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L'ALTRO TEATRO Stagione 2024/2025
Published 07.10.2024
OVERLOAD
Con opere trasversali e stratificate, Sotterraneo si muove attraverso i formati, focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale. “Overload” – premio Ubu 2018 come migliore spettacolo – mette in scena lo scrittore americano David Foster Wallace nell’atto di pronunciare un discorso, che assume presto
la struttura di un ipertesto. Fra distrazioni di massa e mutazioni digitali, ci muoviamo immersi in
un ambiente aumentato dai media. Sovrastimolati dalle informazioni, viviamo in uno stato di allerta continua. Non dovremmo forse fare più silenzio e prestare più attenzione?
UN BEL CORAGGIO
Coraggio...si dice quando si vuole dare forza, quando bisogna andare oltre la paura oppure oltre un limite che riteniamo invalicabile. Perché, quando il coraggio arriva, in un salto, uno scarto, un guizzo improvviso, l’impedimento resta dietro di noi. Ci vuole coraggio, un’iniezione di fiducia in noi stessi che subito abbassa l’altezza dell’asticella da superare... ma cos’è il coraggio, quali sono gli ingredienti che lo compongono, così potenti da mostrarci la realtà in modo diverso? Una certa dose di innamoramento, di imprudenza o di follia, capaci di farci cambiare completamente lo sguardo sulla realtà e di far apparire possibile ogni desiderio, realizzabile ogni obiettivo.
FRANKENSTEIN (A LOVE STORY)
Motus, gruppo iconico della scena contemporanea italiana, affronta uno
dei classici più noti della letteratura di tutti i tempi: nato tra il 1816 e il 1817 dall’immaginazione della giovanissima Mary Shelley. Emblema del pericolo insito nello sviluppo tecnologico, il personaggio di Frankenstein è stato oggetto di infinite analisi e rappresentazioni nell’arte e nel cinema. Ribaltando la prospettiva consolidata, la compagnia romagnola convoca sulla scena l’autrice, il dottor Victor Frankenstein e la Creatura per guardare al Mostro da un’angolazione inedita, considerandolo una metafora della non-conformità come possibilità. Tra minimalismo e citazioni pop, una riflessione profonda e attualissima sull’umanità, le sue paure e i suoi desideri, il suo limite.
GLI ALTRI (INDAGINE SUI NUOVISSIMI MOSTRI)
Capita, vagando per i social, di imbattersi in un certo tipo di commenti raccapriccianti. Spesso si trovano sotto un articolo che parla di uno sbarco di migranti o di un femminicidio. Sono commenti che fanno gelare il sangue, brutali, feroci, che augurano le malattie, la morte, lo stupro. Noi li guardiamo e ci chiediamo: ma chi è che ha scritto una cosa del genere?
Da dove viene tutto questo odio? Questi commenti li hanno scritti gli” Altri”, quelli radicalmente diversi da noi. Da noi che andiamo a teatro. Questo spettacolo prova a capire chi si nasconde dietro a dei simili lampi di odio entrando in contatto con questi “Altri”, trascorrendoci del tempo insieme, tentando di aprire un dialogo, apparentemente impossibile, e di portarlo in scena.
MATA HARI
Una collaborazione tra quattro giovani artiste. Camilla Monga è riconosciuta come una delle più interessanti coreografe della sua generazione. Marta Del Grandi è una musicista, cantautrice con all’attivo numerose produzioni discografiche e collaborazione internazionali. Federica Furlani è una musicista diplomata in viola e in musica elettronica. Cecilia Valagussa lavora con la graphic novel, l’illustrazione, l’animazione e la performance. Quattro talenti che si sono messi in relazione per indagare il personaggio di Mata Hari, una donna di fine ’800 passata alla storia come spia ma che con il suo vissuto cosmopolita, rappresenta un simbolo di emancipazione e libertà di espressione.
SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL'ALBA
Il nuovo dissacrante spettacolo di Carrozzeria Orfeo è il racconto della vita di alcuni ospiti in una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, nuova meta turistica dei super ricchi, specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee come dipendenze sessuali, affettive, da lavoro, da psicofarmaci. Sono tutti vittime ognuno della propria dipendenza e del proprio egoismo, vie di fuga da una realtà opprimente. Ma le dipendenze e la riabilitazione costituiscono solo il sintomo esteriore di problemi più profondi ed esistenziali... di una sensazione di smarrimento comune ad un’intera generazione.
LUISA
Luisa è una donna fragile, emarginata, che passa il tempo a cucire in una casa per l’accoglienza e la cura di persone emarginate, in un lontano paese veneto tra i monti. È lì che ha incontrato la coreografa e danzatrice Valentina Dal Mas. Da questo incontro è nato uno spettacolo avvolgente, delicato e commovente, che ha vinto il Premio Scenario Periferie 2023. Uno spettacolo dove la danza racconta più delle parole. Dove la danzatrice si trasforma nella persona danzata: Luisa. Di lei ascoltiamo la voce rotta. Attraverso il corpo di Valentina Dal Mas incontriamo Luisa. La incontriamo mentre cuce se stessa per non sfilacciarsi lontana dal mondo. La scopriamo mentre zigzaga come una stella smarrita in una costellazione, chiamando a raccolta i frammenti.
ANSE
In un futuro che vorace fagocita il tempo presente “Anse” si affida alla storia di una persona qualunque, raccontando una breve fase della sua vita qualunque: dalle 19.00 di un martedì sera qualunque fino alle 7 del mattino seguente, in un inseguimento con se stesso. Vincitore del Premio Forever Youg “Anse” abbatte i confini di genere proponendo un concerto che non è un concerto, uno spettacolo teatrale che non è uno spettacolo teatrale, una performance poetica che non è una performance poetica, per dare forma ad un ibrido che è le tre cose insieme. Funziona l’incontro tra diversi universi performativi, capaci di dare forma, suoni e visioni ad una toccante drammaturgia della solitudine.
SECONDO LEI
Caterina Guzzanti, con delicatezza e ironia, affronta un grande rimosso della cultura occidentale contemporanea: l’impotenza maschile. “Secondo lei” invita a riflettere su come la società in cui viviamo, malgrado la strada che ci sembra intrapresa, almeno in apparenza, continua a condizionare in modo invalidante sia le donne che gli uomini nelle scelte principali della loro vita, così come nelle relazioni, nei legami più intimi con l’altro e con noi stessi. L’amore, che dovrebbe essere un luogo sicuro e sano, diventa un silenzioso campo di battaglia in cui fraintendimenti, bisogni e necessità si confondono e affondano in un pantano inevitabile di aspettative tradite.
ASCANIO CELESTINI - RUMBA
Ascanio Celestini, con il suo magnetico talento narrativo, incontra la storia di San Francesco: dai suoi natali francesi alla sua passione per la letteratura cavalleresca, dalla guerra alla galera, da muratore a santo che ricostruisce la Chiesa di Dio in Terra. L’intento di questo racconto però non è affatto agiografico, ma si presenta piuttosto come l’inizio di una riflessione che parla al nostro presente: ma se Francesco nascesse nel 1982 invece che nel 1182, dove lo troveremmo? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche magazzino della logistica o in un supermercato? Quale presepio farebbe tra i cassonetti dell’immondizia?
PERFECT DAYS
Nella disperata e depressa provincia veneta, dove non si distingue il giorno dalla notte e la noia rende lo scorrere del tempo lentissimo, l’unico passatempo degli uomini della zona è andare a vedere le multietniche benzinaie della stazione di servizio. Leone, il gestore, è un maschio alfa che “non deve chiedere mai”, temuto e rispettato da tutti. Ha due clienti affezionati, “quasi amici”, che lo vengono a trovare la notte quando è solo: Mister Pizza, il pizzaiolo del paese con la patente ritirata e seri problemi di alcol, una scoria tossica del SerT, e Lou Piang, un ragazzo che si veste come Lou Reed e non parla, se non per cantare le sue canzoni. Quando Leone inizia a giocare alle slot machine finisce l’idillio “a basso prezzo”, per lui, le sue dipendenti, i suoi clienti-amici e per la sua stazione di servizio.
ABRACADABRA
Con “Abracadabra” Babilonia Teatri intreccia magia e morte. Si interroga sulla capacità della magia, vera o presunta, di sovvertire le leggi di natura. Si chiede se il suo immaginario possa qualcosa anche nei confronti della fine. Un vero prestigiatore, sul palco insieme a un’attrice e agli stessi registi, seduce gli spettatori. La magia sublima la realtà, la rende migliore, ci permette di guardarla con prospettive inconsuete. “Abracadabra” vuole essere uno spettacolo per rendere più lieve la morte e per restituire alla magia una profondità che troppo spesso, nella nostra cultura, non le viene riconosciuta. Lo spettacolo è un racconto dove la magia delle magie, la sparizione ultima, verrà evocata attraverso la prestigiazione.
THE DOOZIES
Essere doozy significa essere stupefacenti, essere fuori dall’ordinario, essere così particolari da lasciare a bocca aperta. Silvia Gribaudi e Marta Dalla Via indagano le biografie di Isadora Duncan e di Eleonora Duse. Due artiste immense che, attraverso il loro esistere anticonvenzionale, sono state pioniere del femminismo, del capocomicato, di un’arte che si preoccupi del presente. Queste “Doozies” senza trucco, senza punte, giudicate spesso fisicamente non conformi ai canoni estetici del loro tempo, grazie alla loro naturale originalità hanno generato stupore e meraviglia, lasciando immense eredità per le generazioni future.
TRE SORELLE
Muta Imago indaga, con il proprio codice fortemente visivo, un classico senza tempo come le “Tre sorelle” di Chechov. Quasi fossero delle maghe o delle medium le sorelle mettono in campo strategie di sopravvivenza, vengono attraversate dalle voci e dai corpi dei protagonisti maschili, rivisitano momenti, luoghi e situazioni del racconto. Utilizzano la materia prima della ripetizione, della metamorfosi, dell’ambiguità e della frammentazione, per tornare all’infinito a dare forma a figure che appartengono ormai alla loro vita, al loro passato come al loro futuro, in un esercizio continuo di possessione e di esorcismo allo stesso tempo.
Cortometraggio in collaborazione con Veronetta Contemporanea Festival - Università di Verona