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SHAKESPEARE ACADEMY FESTIVAL 2025
Published 30.06.2025
Il nuovo progetto legato all’internazionalizzazione proposto dall’Estate Teatrale Veronese in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale si concentra sui giovani, interrogandoli in prima persona per come vivono e percepiscono Shakespeare e i suoi testi, nelle forme piuÌ€ tradizionali ma anche attraverso riscritture, adattamenti e reinterpretazioni. Per farlo ospita i lavori di artisti usciti da Accademie Teatrali Europee provenienti da Francia, Regno Unito, India e Macedonia, mettendo a confronto visioni e pratiche sceniche. Con loro anche i neo diplomati dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni e i giovanissimi del progetto Spazio Teatro Giovani dedicato agli adolescenti veronesi.
TRA DUE MONDI - un altro Romeo un'altra Giulietta
New York, 2011. Due ragazzi si incontrano in una biblioteca e si innamorano perdutamente. Ma i due giovani hanno origini opposte: lui è un giovane tedesco di origine ebrea, lei è una giovane americana di origini palestinesi. Il padre di lui, ebreo ortodosso, si oppone al loro matrimonio. I due ragazzi si ritrovano così ad essere dei moderni Romeo e Giulietta, sullo sfondo il tragico conflitto israelo-palestinese, ferita aperta del nostro tempo. In una Gerusalemme attuale e allo stesso tempo mitologica, colpita dagli attentati e dalle stragi, le identità dei vari personaggi si sgretolano. Nello smarrimento sopravvive la speranza che un giorno si possa non soccombere all’odio e alla guerra, ma attraversare il muro da una parte all’altra. Dopo aver lavorato su Romeo e Giulietta Masotti/Zorzi si confrontano con una scrittura che ricolloca i meccanismi della tragedia di Shakespeare e ci pone di fronte a grandi domande che non riguardano solo il passato, ma il nostro presente e il nostro futuro.
D (AS DESDEMONDA)
La coreografa macedone Risima Risimkin trae costantemente ispirazione nei suoi spettacoli dalle donne presenti nelle opere di Shakespeare. Nel 2023 ha lavorato a Lady Macbeth. Questa volta si occupa dell’opera teatrale Otello e della sua protagonista Desdemona. Risima Risimkin esplora così la carica emotiva della donna nel dramma shakespeariano, nel contesto dei temi epici di amore, invidia, gelosia e omicidio. La narrazione è una relazione astratta, tratteggiata fisicamente dai quattro personaggi principali (Otello, Desdemona, Iago, Emilia) e completata da un coro di corpi chiamati a commentare la coreografia e spiegare le azioni. L’immaginario oltrepassa la cornice storica per tracciare un parallelo con il mondo attuale.
SOLO UN SOGNO
Solo un sogno è una riscrittura del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare che sceglie di indagare la tematica del potere. Il Bosco diventa così una fotocopia al negativo di Atene, dove si può fare tutto quello che non è concesso dalla dittatura di Teseo. Oberon e Titania sono i fondatori di questo movimento che accoglie gli ultimi, gli emarginati e tutti coloro che non si riconoscono nei valori dell’ultra capitalismo della società dominante. Ma il Bosco è anche un luogo dove i sogni di libertà possono diventare realtà, anche solo per una notte. Ermia, figlia di Teseo, viene convinta dall’amica Elena a partecipare ai “Riti di Maggio”, la grande festa dionisiaca che ogni anno fa diventare il Bosco un rave a cielo aperto. Come tutti i luoghi apparentemente idilliaci anche il Bosco svelerà le sue contraddizioni e il sogno delle due ragazze assumerà presto i contorni di un incubo.
HAMLET
Theatre House è un centro di ricerca artistica e teatrale immerso nella natura, fondato nel 1990 a Santiniketan, nel Bengala Occidentale da Abani Biswas dopo la sua collaborazione con il regista polacco Jerzy Grotowski. Una realtà artistica che arriva da lontano per portare a Verona la complessità interiore di personaggi capaci di ispirare migliaia di interrogativi esistenziali che vanno ben oltre il teatro stesso. Per il regista Alessandro Anil l’unico modo per mettere in scena un’opera come Amleto è ricollocarla nel proprio tempo e luogo. Per farlo sceglie di ricoprire il palcoscenico di terra, simbolo di fertilità, ma anche cimitero dove vengono sepolti i cadaveri dei defunti, e poi campo di battaglia sul quale i personaggi si affrontano. Terra ma anche acqua, ad evocare la pioggia durante il funerale di Ofelia, ma anche il lago come tomba o le lacrime degli afflitti. Nella religione induista l’acqua è poi strumento di purificazione, veicolo che permette ai defunti di passare all’aldilà in pace. All’incrocio tra gli elementi emerge così una messa in scena che si tiene in equilibrio tra sogno e realtà, capace di evocare qualcosa che lo stesso Amleto fatica a comprendere fino in fondo.
ROMEO AND JULIET ARE DEAD
In questa riscrittura di Romeo e Giulietta i protagonisti si risvegliano ai due estremi opposti degli Inferi. Come se non bastasse, scoprono anche di non essere in grado di parlare, e di essere ancora più muti di quando erano vivi. Decisi a ritrovare la strada l’uno per l’altra, attraversano l’aldilà sperando di riabbracciarsi. Nel loro viaggio incontrano altri personaggi shakespeariani che hanno vissuto destini tragici simili, e che ora hanno trovato i propri modi di comunicare in questo mondo senza linguaggio. Alcuni usano maschere, altri ballano il tango all’infinito, alcuni si crogiolano in questa anarchia come buffoni, mentre altri si decompongono nei loro corpi butoh. L’eredità più duratura di Shakespeare è probabilmente il suo uso delle parole, ma cosa succede quando non abbiamo un linguaggio condiviso? Quando le parole non ci aiutano a capirci, come troviamo una connessione?
LOGES by Titus Andronicus
La proposta teatrale sviluppata da La Serre Company, una compagnia di ex allievi del Théâtre National de Bretagne, si costruisce attorno a un sottile dialogo tra lo spazio scenico e il dietro le quinte, giocando al contempo con i codici del meta-teatro. Partendo da un adattamento del Tito Andronico di Shakespeare, il cui atto finale riecheggia fuori scena, l’allestimento colloca lo spettatore nel cuore dei camerini al termine di una replica. Traendo ispirazione da questa atmosfera post-spettacolo si cerca di esplorare lo spazio liminale tra il palcoscenico e la realtà: il momento in cui la recitazione cessa e la vita reale prende il sopravvento. La scelta del Tito Andronico non è una coincidenza. Si tratta di un’opera violenta e brutale, che funge qui da metafora del decadimento della società contemporanea. La barbarie che minaccia Roma trova eco nella vita quotidiana dei personaggi nei camerini, che vivono i propri conflitti interiori con altrettanta distorta intensità.