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HADO – Autobiografia della Neve
La Neve è tutta uguale?
No. La forma di ogni cristallo dipende dal percorso che ha compiuto, dalle correnti, dalle temperature, dalle collisioni invisibili che l’hanno sfiorato. Così è anche per l’essere umano.
HADO – Autobiografía della Neve è una ricerca sull’Identità come processo in movimento; nasce come un dialogo tra corpo e paesaggio, tra la materia che cade dal cielo e la memoria che si deposita dentro di noi.
Questo studio sulla geologia interiore, racchiude anche il concetto di Strati Deboli Persistenti nel manto nevoso: formazioni instabili, spesso invisibili, che possono restare latenti a lungo prima di innescare una valanga; principio che diventa metafora della condizione umana. Quali fragilità interne restano silenti, pronte a cedere sotto pressione?
Il ghiacciaio, archivio vivente che si scioglie sotto i nostri occhi, ci fa da specchio: anche noi siamo composti da strati che si trasformano, si compattano o cedono, in un equilibrio costante tra fragilità e forza, resistenza e trasformazione, persistenza e transitorietà.
Qual è il DNA di un deserto di ghiaccio? Se potesse scrivere la sua autobiografia, cosa potremmo leggere?
HADO esplora questo equilibrio sottile tra l’apparente uniformità della neve e la sua infinita diversità; è un’autobiografia del paesaggio e dell’anima, una scrittura effimera fatta di ghiaccio e movimento.
In un momento storico dove i ghiacciai si fondono e le certezze umane si sfaldano, HADO chiede dil mettersi in ascolto del paesaggio, per lasciarlo agire come specchio della nostra interiorità, come luogo nel luogo, come un’identità rivelata e in continuo divenire.
Come abitiamo lo spazio e come invece lui trova dimora in noi?
Note: HADO– Autobiografia della Neve è un progetto di natura artistica e scientifica, che nasce dalla volontà di trasformare in lavoro coreografico le geometrie dei paesaggi montani esplorati, dalla dimensione macro delle vette, al dettaglio invisibile dei cristalli di ghiaccio.
Ogni frammento è un segno unico e identitario, simile al DNA umano. L’insieme dei segni diviene movimento, narrazione dell'interconnessione tra la minuscola struttura esagonale del cristallo e la vastità di un deserto di ghiaccio e roccia, dove si incontrano scienza, filosofia orientale e vissuto umano: un dialogo tra i fenomeni fisici della montagna e le loro risonanze simboliche.
Il lavoro nasce da un’esperienza sul campo, in particolare, sul ghiacciaio del Monte Bianco, dove i performer hanno osservato direttamente la struttura della neve e approfondito lo studio dei processi valanghivi, con il supporto di guide alpine esperte della Società Guide Alpine di Courmayeur, che ha aperto le porte della propria sede per accogliere momenti di residenza artistica (unitamente a sessioni presso SkyWay Monte Bianco e Rifugio Torino
BIGLIETTI DISPONIBILI ALLA CASSA DEL TEATRO A PARTIRE DALLE ORE 20.00 CIRCA

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