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LA VITA DAVANTI A SÉ
La vita davanti a sé dello scrittore francese di origine lituana Romain Gary (1914-1980) esce nel 1975 in Francia e viene traslato in film nel 1977 con la regia di Moshè Mizrahi e con Simone Signoret nel ruolo di madame Rosa. Nel 2020 ne viene tratto un secondo film. Questa volta in Italia con Sophia Loren diretta dal figlio Edoardo Ponti. Il romanzo, che fu al centro di un discusso Premio Goncourt, è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia e di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino. Raccontare la storia di Momò e di Madame Rosa nel loro disperato abbraccio contro tutto e tutti è necessario e utile. Le ultime parole del romanzo di Garay dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni dove la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: “Bisogna voler bene”.